Come si arriva ad una ricetta di cucina storica?
Questa domanda me la rivolgono spesso e, a patto di avere qualche minuto di
tempo, inizio a raccontare che esiste un'unica maniera per avere un'archeoricetta: bisogna partire dalla fonte!
La fonte di un' archeoricetta è l'unico punto di partenza, mi ripeto, unico.
La fonte
da dignità e attendibilità storica alla ricetta.
La fonte la si trova sui libri
in due versioni: attraverso un testo originale in latino, e mi riferisco ad
Apicio in primis che ci ha lasciato il più noto ricettario di epoca Romana, ma non solo. Catone, Plinio, Columella, Virgilio e tanti altri hanno
scritto tra le loro righe alcune ricette. Questo tipo di fonte sarebbe bene
studiarla partendo dagli originali in latino e gode di tanta credibilità.
Una parte della bibliografia |
Una seconda versione la si può trovare nel lavoro archeologico. Ci sono
diverse pubblicazioni di
archeologia che negli anni sono state dedicate allo
studio del cibo. Archeologia., ma non solo. L'antropologia, la paleontologia, e tante altre materie,
possono essere spesso fonti...una fonte, soprattutto quando una pubblicazione è
il risultato di un team di esperti di saperi diversi. Qui il problema è
distinguere il lavoro dal quale si attinge, valutando bene...e scegliendo pubblicazioni
autorevoli, mi sembra scontato. Non sempre è facile.
Queste sono le principali versioni di fonti per attingere ricette.
Per togliersi ogni dubbio, arrivati a questo punto, sarebbe opportuno riscontrare in prima persona quanto letto. Studiare di preferenza su una versione originale in latino e non su
una tradotta può essere importante. Così come la scelta dell'autore del
prossimo testo di archeologia del cibo da leggere. Tutto ciò rappresenta un primo passo,
non basta.
Per riscontrare la fonte intendo che bisogna/bisognerebbe procurarsi l'originale
in latino e confrontarlo, riscontrarlo appunto, con quanto letto. Una
pubblicazione ha una sua bibliografia, dunque si è avvantaggiati a cercarsi i riscontri sui testi originali;
questo aspetto è importante non solo per la certezza della fonte stessa, ma anche per
avere la fedeltà all'originale riproposto a tavola.
Mi spiego meglio: uno dei
primi libri letti riportava tra gli ingredienti di una ricetta un trito di sedano
e prezzemolo. Ricercando indipendentemente il testo originale in latino, esce fuori che il trito
c'era sì tra gli ingredienti,... ma di ruta, tutto altro rispetto al sedano e al
prezzemolo.
Certo, è abitudine nella cucina antica sostituire la ruta con il
trito di sedano e prezzemolo, ma bisogna/bisognerebbe dirlo. Questa cosa che
strettamente si lega alla riscontrabilità e alla fedeltà di una ricetta, io la
chiamo onestà intellettuale verso lo studio stesso.
Cibo ed affresco...ad Oplonti |
Un'interpretazione dell'onestà verso una ricetta la si incontra subito
studiando una cucina tanto lontana nel tempo. Spesso venivano utilizzati ingredienti che oggi è
difficile reperire.
Non parlo degli impossibili fenicotteri e dei ghiri da
cucinare menzionati da Apicio, mi riferisco al Laser, una spezia resinosa che già nel I
sec d.C. era difficile da avere in cucina, semplicememte si era estinta la pianta dalla quale si estraeva.
Questa
spezia la si trova spesso tra gli aromi da aggiungere alle pietanze e ci sono
tanti modi per affrontare il tema della sua sostituzione, prendendo il caso del Laser:
- la spezia può essere omessa;
- la spezia può essere sostituita da una molto simile, contemporanea e non
semplicissima da procurarsi;
- la spezia può essere sostituita con un un'altra spezia ancora il cui sapore,
alla lontana e con discrezione, ricorda la spezia originale, in ogni caso...basta dirlo!
Dunque, un'archeoricetta richiede un gesto di coerenza.
Una fonte originale in latino |
Quindi, ricapitolando: per avere una ricetta antica si parte da una fonte storica certa, da null'altro.
Arrivati a questo punto, con una fonte di una ricetta tra le mani, si può proseguire: occorre studiarla in cucina, provarla, ristudiarla e riprovarla...fino a quando non si trova un perfetto equilibrio di sapori...ma questo sarà argomento di un post successivo. Per ora è tutto.
Arrivati a questo punto, con una fonte di una ricetta tra le mani, si può proseguire: occorre studiarla in cucina, provarla, ristudiarla e riprovarla...fino a quando non si trova un perfetto equilibrio di sapori...ma questo sarà argomento di un post successivo. Per ora è tutto.
Prosit! (P)
Nessun commento:
Posta un commento